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La Laguna (44) per N. Cataldo
Ciao a tutti e buona estate!!!
Ormai ci siamo, no? Qui ancora non si nota tanto nel senso che le temperature
sono ancora gradevolmente primaverili. Però evidentemente, come praticamente
durante tutto l’anno, si può tranquillamente andare al mare.
E, infatti, proprio ieri sono andato a fare un paio di bagni nelle piscine di acqua
naturale di Bajamar.
Forse ve l’ho già detto, comunque si tratta di piscine che contengono acqua dell’oceano sparse in quei paesi dell’isola dove il mare arriva alla costa con più forza. Grazie a questo sistema di piscine e frangiflutti, si da l’opportunità ai bagnanti di fare un tuffo anche dove le onde sono molto alte.
Poi, dopo un paio di bagni, mangiata di pesce e vino blanco nella Cofradia de Pescadores, seguita da una bella siesta che ci voleva proprio anche perché in serata sono andato ad un concerto con susseguente botellón presso l’auditorio di Santa Cruz. Presso l’Auditorio ho assistito al primo concerto di musica classica della mia vita e devo ammettere che è stato meglio di quanto pensassi.
Vi starete chiedendo il perché di questa mia improvvisa passione.
Il mistero è presto svelato: ci sono andato perché un’amica di recentissima acquisizione, o meglio l’amica di un’amica, suonava il violoncello nello stesso concerto.
E allora dopo mi sono “infiltrato” nella comitiva formata da una parte dei musicisti
dell’orchestra.
Se non ricordo male, ero l’unico non musicista delle circa dieci persone
che con un piccolo tavolino zeppo di buon vino e qualcosina da stuzzicare brindavano
davanti al mare con alle spalle l’edificio progettato da Calatrava e soprattutto sotto un
bel cielo stellato.
Tutto ciò è successo ieri… e allora che succede oggi? Diciamo che sto aspettando degli amici che ho invitato a casa per vedere la finale della Champion’s League che comincierà tra circa un’ora.
E quindi avrete capito che vi sto scrivendo nel pomeriggio di questo ultimo sabato di maggio e che sto già incrociando le dita per il mio Madrid che stasera avrà il difficile compito di provare a battere un combattivo Atletico. In ogni caso sarà una grande partita… godetevela anche voi.
E parlando di belle partite, anche quella di domenica scorsa tra Barca e Siviglia non è stata affatto male. Dopo centoventi minuti di gran ritmo e tensione la squadra catalana è riuscita a sconfiggere la formazione andalusa per due a zero.
Il tutto davanti agli occhi delusi del mio amico sivigliano e siviglista Pato, che però quest’anno si può tranquillamente consolare con la Europa League che la sua squadra del cuore avevo vinto appena quattro giorni prima.
Vabbé, vedremo che succede stasera e in ogni caso (per festeggiare o per
consolarsi) nel post partita andremo ad un concerto jazz gratuito nella Plaza Santo Domingo, davanti all’ufficio postale de La Laguna.
E sicuramente non ci andrò solo stasera perché si tratta di un festival di jazz che durerà fino a sabato prossimo.
E quindi il fine settimana che è cominciato bene, continua anche meglio anche perché è un po’ piu lungo del solito perché in tutto l’arcipelago si festeggia el Dia de Canarias.
Un buon modo di celebrare la mia terra adottiva sarebbe andare ad una delle romerie che ci sono in giro per l’isola, non trovate? Vi farò sapere nel prossimo blog ;)
In questo, invece, mi tocca (e con grande piacere) continuare a parlare di musica
visto che voglio raccontarvi del primo venerdì di maggio quando ho passato il tardo pomeriggio e buona parte della serata a La Terrera, un ostello lagunero dove tutti i venerdì pomeriggio si può assistere e partecipare ad una cosa che è una via di mezzo tra una festa ed una jam session.
Non è stata la mia prima volta alla Terrera e io che non so suonare neanche il citofono, nel mio piccolo con un coltello e una bottiglia di vetro accompagno i musicisti ed i percussionisti e soprattutto canto con tutti gli altri improvvisati (ma bravissimi) musicisti. È un luogo che mi piace molto, ma era davvero un bel po’ che non ci andavo perché spesso mi coincide con l’orario lavorativo.
Stavolta, invece, potevo andarci e in più c’erano due amici in visita: Manu e Doramas, uno degli habitué de La Terrera.
Finita la jam session, ci siamo fiondati al Tin Tin e una volta chiuso anche questo
locale, siamo andati a chiudere anche il Blues Bar. Ad un certo punto della serata
parlavamo con un ragazzo francese al quale siamo arrivati a dire che dovevamo
rimanere fino alla fine perché avevamo le chiavi del locale ;)
E a dire la verità, siamo ritornati sul luogo del delitto anche il giorno dopo e un’altra volta ci siamo rimasti fino alla chiusura.
Come avrete capito, soprattutto se mi leggete da un po’, il Blues Bar è il mio locale de La Laguna preferito, ma devo ammettere che erano anni che non ci andavo due sere di seguito.
In realtà, il sabato è stata una cosa un po’ improvvisata perché inizialmente il programma della serata prevedeva solo suonare qualche canzone a casa mia con gli amici in visita e con la chitarra che Sergio aveva lasciato qui.
Poi, però, ho tirato fuori una bottiglia di ron miel che in quattro persone abbiamo
svuotato in un paio di ore e che ci ha dato l’ispirazione e l’impulso non solo per
suonare e cantare a casa, ma anche per uscire a ballare.
Va bene… basta con la música! Vi racconto allora dell’ultimo libro che ho letto e della
storia che c’è dietro. Grazie a Facebook, ho ritrovato un amico romano d’infanzia del
quale non sapevo nulla da più di vent’anni.
Da bambini le nostre famiglie andavano in vacanza tutte le estati nello stesso posto e qualche settimana fa ho scoperto che Cesare, detto Rollo, aveva da poco pubblicato un libro e allora mi sono messo in contatto con lui per averne una copia.
Tra mille difficoltà, dovute soprattutto alla spedizione e a noie doganali, il suo libro mi è arrivato e fortemente incuriosito prima ed appassionato poi, l’ho praticamente divorato.
E allora Rollo se mi stai leggendo, ancora una volta complimenti per il tuo primo romanzo.
Tra l’altro anche il prossimo libro che leggerò ha dietro una storia particolare: mi è stato
regalato da un mio ex studente. L’autore è suo fratello, un innamorato del bel
paese, e il libro, anche se scritto in spagnolo, è ambientato quasi totalmente in
Sicilia. Vi farò sapere ;)
All’inizio del blog vi parlavo di clima primaverile e una delle magnifiche conseguenze di questo clima sono i Tajinaste in fiore nel parco nazionale del Teide.
La gente di qui dice che bisogna andare a fare visita al Padre Teide almeno una
volta al mese perché il paesaggio cambia costantemente e io, con la scusa di qualche visita, provo a farlo.
Se devo essere sincero, non ci andavo da febbraio quando ero andato a vedere la neve.
Stavolta il paesaggio era diverso e ancora più bello: a circa 2200 metri iniziavano ad apparire delle piante alte più di due metri che con il loro colore rosso completano la vista fatta di piccoli arbusti tra il verde e il giallo e piedra vulcanica nera. I Tajinaste sono piante endemiche che crescono solo nel parco nazionale del Teide e dal quale si ricava un miele dolcissimo.
Infatti, quando ti ci metti affianco per scattarti una foto, puoi sentire il ronzio
delle api che lo circondano.
Qualche giorno fa un amico mi ha detto che la vita è meravigliosa e allora siate
laboriosi come le api e dolci come il miele che producono ;)
Un abbraccio,
Nico