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Le Origini, di "Storia Illustrata della Pittura a Pisa"
"A differenza dell'archittetura -- per cui molte chiese sopravissute in città e nel territorio permettono
di seguire il progressivo formarsi del linguaggio romanico pisano fino alla fondazione della nuova
Cattedrale di Santa Maria nel 1064 e alla sua consacrazione nel 1118 -- per la pittura abbiamo
ben poche testimonianze (...) sono rari i punti (firme, datazioni, documenti) ed è utile tenere a
mente che sta trattando di artisti che coordinava no una seria di collaboratori, con una visione del
tutto estranea al concetto moderno di autografia.
L'opera pittorica piu antica che si conserva a Pisa si trova nel cantino dell'abside sinistro di San Piero a Grado:
un affresco frammentario in cui si riconosce una teoria di Apostoli, databile alla fine del X secolo,
che mostra un tono aulico e raffinato nel trattamento dei panneggi.
Di ambiente umbro-romano e di poco piu tarda doveva essere la decorazione di cui rimangono
lacerti sopra la porticina di accesso al campanile di San Jacopo a Lupeta presso Vicopisano.
Il caso piu straordinario ed enigmatico, tuttavia, e rappresentato dai disegni a monocoromo tracciati a minio nella zona
absidale e lungo la navata sinistra de la chiesa di San Jacopo a Zambra preso Caprona, citata come "curte di San
Torpie in Sambra" in alcuni documenti risalenti al 780.
Vi si leggono una serie di simboli cristiani, tra cui i pesci -- alcuni dei quali coronati, simbolo della
presenza di Cristo tra i battezzati --, due alberi sui cui si posano un' aquila e una cicogna e versetti
biblichi dell'Eclesiae e un Ave Maria sul muro d'imposta dell'arco absidale. (...) nell' XI secolo il
nome del primo architetto del Duomo, Buschetto, si impone come artista ineguagliabile, i pittore
continuano a rimanere nell'ombra. Negli anni a venire le cose si fanno pi vivaci con i grandi architetti e scultori (Rainaldo,
Guglielmo, Deotesalvi, Biduino) che lasciano molti segni tangibili del loro passaggio.
(...) L'importanza e la rarità delle tavole a fondo oro, dei codici miniati, degli affreschi e delle croci dipinti superstite --
dovuti ad artisti senza nome -- acquista rilevanza in prospettiva ben piu ampia (...).
Pisa, per la sua favorevole posizione geografica e i rapporti commerciali stretti con le piu importanti
città del Mediterraneo, si trova al centro di una fitta rete di relazione che la portano a essere un
avamposto culturale, terra d'incontro per artisti anche molto diversi per formazione."
(...) Al Museo dell'Opera del Duomo si conservano tre esemplari di rarissimi rotuli liturgici detti Exultet dall'Incipit del
canto con cui si accompagnava il rito dell'offerta del cero pasquale (Exultet ia angelica turba), ove
l'immagine capovolte rispetto alle parole permettono ai fedeli di veder rappresentate le scene recitate
dall'alto del pulpito (...) il piu antico dei quali è stato realizzato da maestranze meridionali alla metà
dell'XI secolo, e l'altro nove metri di lunghezza, da artisti toscani del Duecento che seguono l'illustre
precedente.
(...) La capacità da parte degli artisti di assimilare i modelli bizantini raggiunge livelli per cui a volte è
particolarmente complicato anche solo stabilire se l'artefice di un determinato manufatto sia pisano
oppure no (...) cuando si tratta di giudicare le icone, apparentemente sempre uguali e inmutabili perché
riconducibili a tipi iconografici fissi, e cio si deve alla convizione che esse riproducano archetipi risalenti alle origini del
cristianesimo realizzati senza intervento umano.
L'opera pittorica ancora oggi piu venerata in città è una icona del tipo Odigitria (iconografia che vede
la Madonna con il Bambino in braccio, in atto di benedire, che tiene in mano una pergamena arrotolata
cui la Vergine si rivolge con la mano destra), ma nella variante della dexiokratusa, ovvero secondo la
raffigurazione della Madre che indica con la mano il Bambino, dai tratti marcatamente adulti a
prefigurarne la morte.
(Fonte: "Storia Illustrata della Pittura a Pisa Dalle Origine al Cinquecento" Di: Caterina Bay, Lorenzo Carletti e Franco Paliaga. Pacini Editore, Pisa 2015; alcuni tratti sono stati riassunti per la redazione)