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REGISTRO DE OBRAS

Una testina di terracotta della dea Atena elmata riemerge dallo scavo presso il tempio D di Agrigento: scenari religiosi inediti e nuove ipotesi di lavoro per SNS-News

VERSIONE SPAGNOLA

Il ritrovamento da parte di una équipe di ricerca della Scuola Normale Superiore consentirebbe di attribuire il culto del tempio

ad Atena e non a Hera (Giunone) come avvenuto finora. A thena sns

Agrigento, 7 ottobre 2022.

"Un saggio di scavo aperto nell'angolo sudorientale del tempio D nella Valle dei Templi, finora attribuito

alla dea greca Hera (Giunone per i romani), ha restituito la prima testa fittile di Atena elmata, databile

tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C., e un braccio con l'egida e il pugno stretto in atteggiamento di

attacco (promachos): è a oggi un esemplare unico nel panorama delle rappresentazioni della dea ad

Akragas e fa intravedere –seppur come elemento indiziale – un nuovo tassello nello scenario religioso della città in età

arcaica e classica.

È la conclusione sorprendente della terza campagna di scavo della Scuola Normale Superiore di Pisa con il suo Laboratorio

SAET nella Valle dei Templi di Agrigento, sotto la supervisione scientifica del Professor Gianfranco Adornato e della

Dottoressa Maria Concetta Parello, funzionaria archeologa del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi. I

risultati sono stati presentati quest'oggi presso il Parco Archeologico.

"Se supportato da altre evidenze archeologiche – afferma Adornato, associato di Archeologia classica alla Scuola Normale –,

il culto di Atena nel santuario del tempio D sulla Collina meridionale andrà a sostituire definitivamente l'intitolazione del

tempio a Hera Lacinia, proposta da Tommaso Fazello nel 1558 nel De Rebus Siculis Decades Duae, primo libro stampato sulla

storia della Sicilia, un'attribuzione ancora oggi in uso nella manualistica, ma basata su una fonte letteraria di dubbia

interpretazione e non su testimonianze materiali". Gli scavi in quell'area, cui hanno partecipato numerosi allievi, dottorandi e

post-doc della Scuola Normale, sono stati condotti per indagare il rapporto stratigrafico e cronologico tra la pedana antistante

al tempio e lo stereobate e hanno rilevato materiali di produzione corinzia, attica e locale, per lo più coerenti con i depositi

dell'altare.A tempio giunone22

"La campagna di scavo, quest'anno più che mai, combina l'attività di ricerca sul campo con le

istanze didattiche e divulgative della terza missione, da sempre fiori all'occhiello del Parco e della

Scuola Normale – spiega il Direttore Roberto Sciarratta –. La vocazione del Parco risponde

pienamente alle esigenze scientifiche delle missioni archeologiche italiane e straniere attualmente attive all'interno del

sito patrimonio universale dell'Unesco, mettendo al centro di questa esperienza i visitatori, in un clima di totale condivisione

dei saperi e a più livelli".

Zona privilegiata di indagine è stato l'altare – "luogo del sacro e del rito per eccellenza" – con i suoi depositi votivi e i

materiali: quest'area continua a essere un bacino inestimabile di informazioni per comprendere le pratiche cultuali e religiose

dei devoti e scandisce l'intera cronologia dell'area sacra attraverso la sua stratigrafia. Le ricerche nell'area occidentale del

tempio inoltre hanno permesso di identificare un muro di fondazione perfettamente allineato con l'altare, ma non con il

tempio di periodo classico a ulteriore indizio della preesistenza di un santuario in età arcaica. Questo settore fornisce

informazioni per la comprensione non solo dell'intera fabbrica edilizia, ma anche del sistema di smaltimento e di drenaggio

delle acque dell'area sacra: elementi quest'ultimi indispensabili per il funzionamento e le attività di un luogo così importante

nella vita della polis.

(De: SNS-News, ottobre 2022. Foto: Google)

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