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Artisti per Delio...Ricostruire lo Studio Gennai
Per Delio...
Il Venerdì 31 marzo alle 20:30 presso lo Spazio Sammartino del Cinema Arsenale di Pisa si
terrà l'evento di solidarietà "Artisti per Delio" in sostegno di Delio Gennai.
L'artista è stato colpito duramente in questi giorni dall'incendio del suo storico atelier. nel quale
conservava oltre 500 opere, sue e di artisti che le avevano donate.
Il musicista Antonio Ferdinando Di Stefano, coordinerà un numeroso gruppo di artisti che si sono
messi a disposizione per regalare alla città un evento-concerto con lo scopo di raccogliere fondi per la ripartenza dello
Studio Gennai.
Lo Studio Gennai nasce nel 1986 in Via dell'Occhio e come galleria nel 1987 con la prima mostra
di artisti Pisani tra cui Pizzanelli, Santarlasci, Barachini e Sylviane Zurly...Si trasferisce in via San
Bernardo nei primi anni del 2000.
L'incendio del 20 marzo scorso ha distrutto completamente la galleria e lo Studio d'Arte Contemporanea, situati nel
cuore di Pisa, nel quartiere di San Martino, via San Bernardo. Poco più di 30 minuti sono bastati a distruggere il lavoro di
una vita. Delio Gennai, 75 anni, artista pisano, portava avanti con passione lo studio d'arte, centro culturale e punto di
riferimento per moltissimi artisti.
Stanno aderendo in queste ore moltissimi musicisti, compositori, pittori, danzatori, performer, attori
con lo scopo di abbracciare e risollevare questo grande artista amico di Pisa, dove quale opera da oltre
30 anni.
Un artista riconosciuto in Italia e all'estero che ha saputo collaborare con artisti di ogni genere sia del
linguaggio visivo che di quello musicale, veri innovatori della contemporaneità . Da questa maratona di
solidarietà sta infatti emergendo un panorama cittadino pulsante e un po' nascosto di realtà artistiche
nuove che desiderano emergere con il solo scopo di celebrare l'arte nelle sue molteplici forme. Da un evento negativo quindi,
con l'aiuto di tutti, si spera possa nascere a Pisa una nuova realtà artistica che non dimentica i suoi protagonisti.
Hanno aderito all'iniziativa e si esibiranno gli artisti e le artiste Lorenzo Cimino, Paola Iacopetti,
Diego Ruschena, Sara Fontana, Dario Arrighi, Cristiano Bocci, Flavia Bucciero, Riccardo Monopoli,
Beatrice Taccogna, Chiara Pellegrini, Iacopo Orselli, Elisa De Luca, Giampiero Lugone, Renzia d'Inca,
Marco Di Stefano, Antonio Di Stefano, Giulia Gerace, Alessandro Pingitore, Dario Atzori, Eugenio
Sanna, Livia Angeloni, Nicola Campanile, Jonathan Rizzo e Guido Bartoli, Giada Mattioli..." (Cinema Arsenale)
E' in corso una Campagna Crowdfunding per sostenere la ricostruzione e la ripartenza dello Studio Gennai. Chi vuole
aderire può farlo direttamente a questo Link https://gofund.me/867c3237
De: https://www.arsenalecinema.com/contenitori/artisti-per-delio
(NdR: Mail informativo dello Studio Gennai, riassunto per la Redazione del Blog. Foto: S. Garro
per il Blog Cipensoio.es; immagine con permesso di uso per il concerto (C). Ringraziammo a
Giada Matteoli che ci fa partecipare nella sua performance...)
Pisa, 31 marzo 2023
Per scoprire se il quadro è falso ora c’è la chimica per UniPi News
Le prof. Degano e Colombini curatrici di un volume della Springer sulle tecniche per autenticare i dipinti
La scienza va in aiuto all'arte per studiare i dipinti e individuare i falsi. E' questo il tema centrale di un
volume appena pubblicato dall'editore Springer del gruppo Nature e curato dalle professoresse Ilaria
Degano e Maria Perla Colombini del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di
Pisa insieme a Austin Nevin del Courtauld Institute of Art di Londra.
Il libro, intitolato Analytical Chemistry for the Study of Paintings and the Detection of Forgeries, fa il punto
sulle metodologie scientifiche più innovative che possono aiutare a verificare l'autenticità di un quadro. In tutto questo, la
chimica ha un ruolo chiave e non a caso le due curatrici hanno un primato nel settore con pochissimi altri centri che possono
vantare simili competenze a livello internazionale.
"Nei nostri laboratori l'attività di ricerca si affianca al lavoro sul campo – racconta Ilaria Degano – qualche anno fa, ad
esempio, abbiamo contribuito ad autenticare un Picasso paragonando la composizione del legante usato con quella, nota in
letteratura, di alcuni materiali pittorici provenienti dagli archivi delle case produttrici che il pittore utilizzava. Tramite questo
confronto abbiamo potuto verificare che non solo i materiali erano compatibili con l'epoca di produzione presunta del dipinto,
quindi non c'era niente che fosse stato sintetizzato, prodotto, commercializzato, brevettato dopo, ma addirittura che c'era
una corrispondenza molto precisa del profilo composizionale".
"Spesso siamo interpellati per opere di impressionisti – continua Degano – ed è capitato più di una volta di identificare dei
pigmenti organici che sono stati brevettati e commercializzati dopo la data di morte del pittore presunto autore del quadro;
pertanto, in questi casi abbiamo dovuto dare al committente la cattiva notizia della non compatibilità del materiale con la
datazione dell'opera".
Le tecniche analitiche per caratterizzare leganti, vernici e pigmenti, utilizzate nei laboratori dell'Ateneo pisano, come nel caso
del Picasso documentato in uno studio del 2019 sul Journal of Cultural Heritage, sono solo alcune delle possibili a
disposizione. Nel volume della Springer viene presentata una panoramica completa e aggiornata delle metodiche non
invasive e microinvasive. Si va dalle fotografie in vari range di radiazione, come infrarosso e raggi X, all'imaging multi e
iperspettrale sino all'intelligenza artificiale per analizzare lo stile delle pennellate o alla datazione al radiocarbonio e allo
studio degli isotopi.
"I falsi rappresentano un problema scoraggiante per storici dell'arte, musei, gallerie e curatori che affrontano sfide nel
determinare l'autenticità dei dipinti – conclude Maria Perla Colombini – il valore delle opere e l'abilità crescente dei falsari
evidenzia la necessità di sviluppare procedure scientifiche affidabili per identificare i falsi. Data la complessità dei singoli casi
è comunque sempre necessaria la convergenza di varie discipline per un approccio metodologico basato sulla valutazione
storico-artistica, curatoriale, estetica, tecnica e scientifica".
(De: UniPi News, 20 gennaio 2023)
...work in progress!
L’impatto della blockchain sull’ecosistema dell’arte per UniPi News
Lo studio delle università di Pisa, Messina, Salerno e Digione sulla rivista Consumption Markets & Culture.
La tecnologia blockchain può essere fondamentale per la catalogazione, il tracciamento dei passaggi di proprietà, la certificazione dell'autenticità e dell'integrità delle opere d'arte: una garanzia, quest'ultima, estremamente utile nel caso ad esempio di compravendite o di prestiti fra istituzioni per mostre ed esposizioni. Le potenzialità della blockchain applicata all'ecosistema dell'arte sono molteplici; tuttavia si scontrano con un diffuso atteggiamento di resistenza all'innovazione da parte degli operatori. È questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge da un primo studio condotto da ricercatori di economia aziendale e management delle università di Pisa, Messina, Salerno e Digione (Francia) pubblicato sulla rivista Consumption Markets & Culture.
Lo studio si basa su una serie di interviste semi-strutturate somministrate a quindici esperti fra il curatore di un importante museo americano (Whitney Museum of American Art), il collection manager del Museo Egizio di Torino, primari operatori del mondo assicurativo, avvocati specializzati del mondo dell'arte, la direttrice di Artissima, la principale fiera d'arte contemporanea in Italia, galleristi, collezionisti, pittori, aziende che offrono servizi per il mondo dell'arte e case d'asta, fra cui Christie's.
"Abbiamo riscontrato una certa riluttanza al cambiamento – spiega Vincenzo Zarone (foto), professore associato del Dipartimento di Economia e Management dell'Università di Pisa - la blockchain innalza la fiducia tra gli operatori e nelle transazioni e promuove quella che viene definita una forma di "disintermediazione". Questa peculiare funzione, che ha effetti positivi in termini di efficienza e trasparenza negli scambi, crea d'altro canto perplessità in alcuni operatori, che vedono minacciato il proprio ruolo all'interno dell'ecosistema dell'arte, ad esempio i galleristi o gli esperti in genere, che fondano parte del proprio "potere" sulle asimmetrie informative e sul presidio esclusivo di informazioni e competenze".
"Da questo punto di vista l'ecosistema dell'arte appare molto tradizionalista – conclude Zarone – dalla mancata comprensione delle potenzialità della blockchain si originano, con molta probabilità, lo scetticismo di alcuni operatori e la dinamica di diffusione "rallentata". È ancora più evidente rispetto ad altri settori economici, d'altra parte, che nessuna tecnologia, per quanto innovativa e appropriata, potrà mai soppiantare il ruolo essenziale degli esperti, portatori di intuizioni, competenze e saperi che in laboratorio possono essere solo vagamente approssimati".
(De UniPi News, 14 novembre 2022)
...work in progress!
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