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Dante scrisse la Commedia su carta di Fabriano?
Un interessante e sugestivo articolo della pagina di Fabriano, lo proponiamo oggi per voi...
"Ad oggi, nessun testo autografo di Dante Alighieri è giunto fino a noi, anche se in molti sono
convinti debba pur esistere un manoscritto della Divina Commedia, o almeno un suo frammento.
Non si sa quindi su quale supporto sia stata scritta la Divina Commedia.
Ci sono però ottime ragioni per credere che Dante Alighieri scrisse la sua Opera più importante su carta fatta a mano alla
maniera fabrianese.
Anche la prima stampa dell'opera, quella di Foligno, ci sono studi che vogliono attribuirla alla carta di Fabriano. Ma uno
studio di Sandro Boccadoro, pubblicato sul Libro del Palio di San Giovanni Battista del 2016 (e sul sito Fabriano
Storica), raccoglie informazioni utili a sostenere questa tesi:
Nel 1300, a Fabriano la carta è registrata costantemente nei principali manuali di marcatura.
Nell'Archivio storico comunale della città sono conservati sette registri attribuiti alla compagnia dei
famosi mercanti Ambrogio di Bonaventura e suo figlio Ludovico: dalla seconda metà del 1200 e
per tutto il secolo successivo a Firenze agiscono sette agenzie mercantili che commerciavano carta
con le cartiere di Fabriano e in particolare con Ludovico di Ambrogio.
Inoltre, molta corrispondenza inerente il commercio della carta tra Fabriano e la Toscana, e in
particolare Firenze, è contenuta nel carteggio della compagnia mercantile di Prato che fa capo a
Francesco Datini. Nello spoglio di alcune migliaia di lettere conservate nell'archivio Datini risulta
che nel XIV secolo la carta di Fabriano è la più commercializzata in Italia e in Europa.
Infine, tra il 1250 e il 1350 diminuì la produttività delle cartiere nelle principali città italiane.
Fece eccezione il complesso produttivo di Fabriano che esportava pressoché in esclusiva in tutti i
mercati.
Un'ipotesi senza dubbio suggestiva, ma tutte queste considerazioni inducono a dedurre
verosimilmente che Dante abbia scritto la Divina Commedia sulla carta bambagina di
Fabriano. "
(De: https://www.cartafattaamano.com/carta-divina-commedia/)
La divina commedia in Piazza dei Miracoli con le Letture della Normale
Tra l'11 e il 13 settembre, tre serate a Pisa a cura della Scuola Normale: si leggerà la Divina commedia nello scenario del
Camposanto Monumentale. Aperte le iscrizioni fino al 7 agosto per far parte del reading. VERSIONE SPAGNOLA
Nell'ambito delle celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante, la Scuola Normale Superiore
propone tre serate dedicate alla lettura integrale della Commedia.
A Pisa, l'11 settembre si potrà ascoltare l'Inferno, il 12 settembre si proseguirà con il Purgatorio e il 13
settembre (nella notte in cui, si racconta, Dante morì a Ravenna nel 1321) si concluderà con il Paradiso.
Grazie alla collaborazione dell'Opera Primaziale del Duomo, l'evento si potrà tenere presso il Camposanto
nella Piazza dei Miracoli, tra gli affreschi di Buffalmacco.
I tre giorni di lettura saranno preceduti da una settimana di eventi collaterali, sparsi per tutta la città: lezioni, presentazioni di libri, spettacoli teatrali e concerti.
La tradizione delle Letture della Normale è ormai consolidata: ogni anno, gli allievi e le allieve della
Scuola Normale Superiore organizzano una lettura collettiva dedicata a un capolavoro della
letteratura.
Studenti e studentesse, docenti, cittadini e cittadine di ogni età si trovano tutti insieme e prestano
le loro voci ai classici della letteratura italiana. Questi eventi sono l'occasione di scoprire e riscoprire capolavori (come i
Promessi Sposi o l'Orlando Furioso, il Decameron o i Canti di Leopardi) in un incontro che coinvolge persone di ogni età,
genere o provenienza.
La lettura si terrà all'aperto, nel rispetto di tutte le normative anti-Covid. Per partecipare all'evento
come lettori non sono necessarie competenze pregresse: basta compilare, entro il 7 agosto, il form
disponibile all'indirizzo https://forms.gle/CjW3HZPvCiog8yhQ7; in base al numero di adesioni,
il testo sarà diviso in brani e assegnato ai lettori e alle lettrici.
Pisa, 23 luglio 2021.
De: https://normalenews.sns.it/la-divina-commedia-in-piazza-dei-miracoli-con-le-letture-della-normale
Gli scavi nel Parco Archeologico di Segesta, per la SNS
Gli scavi della Scuola Normale Superiore nel Parco Archeologico di Segesta, in provincia di
Trapani, hanno portato al rinvenimento di un nuovo edificio monumentale, nei pressi del portico
che chiudeva l'antica agorà, con la base di un'antica statua su cui sono incisi il nome e le opere di
un personaggio che sostenne finanziariamente e curò opere monumentali di edilizia pubblica.
"Sono risultati importantissimi, che dimostrano il fondamentale ruolo che ricopriva la munificenza delle grandi famiglie nella
storia della Sicilia antica e il rilievo che veniva dato ad esse nei luoghi più strategici", commenta la direttrice degli scavi
Anna Magnetto, professoressa di Storia greca alla Scuola Normale Superiore e direttrice del Laboratorio Saet, "proprio
come avviene adesso con i grandi sponsor di restauri e di eventi ".
Dallo scorso 3 maggio l'équipe della Scuola Normale Superiore, con studenti specializzandi e dottorandi provenienti da varie
Università, aveva ripreso le indagini nell'agorà di Segesta con i suoi edifici pubblici. Lo scavo, concluso venerdì scorso, era
diretto, oltre che da Magnetto, da Maria Cecilia Parra (docente di Archeologia della Magna Grecia e della Sicilia antica,
Università di Pisa) e coordinato sul campo da Riccardo Olivito (ricercatore IMT di Lucca), sotto la supervisione della
Direttrice del Parco Archeologico di Segesta, Rossella Giglio. Carmine Ampolo, Professore Emerito della Scuola
Normale, era presente per lo studio del materiale epigrafico e degli aspetti storici.
La piazza di Segesta fu costruita su tre terrazze digradanti, dal II secolo a.C., secondo modelli
urbanistici e monumentali diffusi nelle città e nei santuari del Mediterraneo, dall'Asia Minore
all'area egea e a quella italica.
"Lo scavo" spiega Parra, "si è svolto sul versante meridionale della grande piazza, dove un portico
(stoa) monumentale chiudeva l'agorà. Fu costruito realizzando grandi tagli della roccia, come hanno chiarito le possenti
opere di sostruzione messe in luce lungo il pendio: un complesso imponente quanto quello sul lato nord riportato alla luce
negli anni passati".
Il portico superiore si affacciava sulla piazza, davanti a un edificio monumentale, con una facciata a livello inferiore
prospiciente al percorso viario. Qui si apriva un'ampia porta d'accesso, con vani che avevano un'importante funzione
pubblica: grazie alle nuove scoperte sappiamo che chi entrava poteva leggere su una base, conservata al suo posto
originario, il nome e le opere di un personaggio di spicco a Segesta, uno di quelli che tra II e I sec. a.C. sostennero
finanziariamente e curarono monumentali opere di edilizia pubblica: Diodoro, figlio di Tittelo.
"Era la base" come riconosce il prof. Ampolo, "ben conservata e leggibile, di una delle statue fatte innalzare da questo
personaggio, già noto per aver eretto la statua della sorella, sacerdotessa di Afrodite Uranìa, rinvenuta presso il tempio
dorico nel XVII secolo.
Un'altra iscrizione greca, scoperta presso la porta, arricchisce così il quadro delle testimonianze di evergetismo, di
munificenza per la comunità, della Segesta ellenistico-romana: vi compare lo stesso nome che era iscritto su una base di
statua (ora a Palermo) nel teatro di Segesta, forse quello del suo finanziatore.
Diodoro fa porre qui la statua di suo padre Tittelo, che era stato ginnasiarca e aveva a sua volta
finanziato la costruzione di un edificio per i giovani della città. Tutte queste testimonianze mostrano
chiaramente il ruolo che avevano le grandi famiglie nella storia della Sicilia antica".
"I risultati raggiunti quest'anno" conclude Magnetto "possono dirsi straordinari. Un tassello del tutto nuovo si è aggiunto
alla nostra conoscenza dell'antica città, mostrando un complesso archeologico inedito, che la nuova iscrizione consentirà di
interpretare.
Vorrei aggiungere che tutto questo non sarebbe stato possibile senza il sostegno della Scuola
Normale e la lungimiranza del suo Direttore, Luigi Ambrosio, che ha creato le condizioni perché
potessimo proseguire le nostre ricerche in sicurezza a tranquillità anche in un momento così
complesso. Siamo particolarmente lieti di poter ripagare la sua fiducia con questi importanti
risultati."