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La Laguna di N.Cataldo (69)
Buonasera e buona estate!
Vi scrivo, infatti, dalla poltrona di casa mia in quest'ultimo venerdì sera di giugno alla fine di una giornata un po' strana perché contraddistinta dall'assenza di partite di calcio! ;) Dopo due settimane consecutive a base di tre o quattro partite al giorno, oggi, prima dell'inizio degli ottavi, toccava una specie di giornata di riflessione. Molto utile anche perché è necessario prendere un po' di fiato prima del rush finale e di quella che è la parte migliore di questo tipo di competizioni: le partite a eliminazione diretta. Sono, infatti, tra coloro che sostengono che i mondiali cominciano a partire da domani.
Anche se devo ammettere che l'eliminazione della Germania e il secondo posto dell'Argentina nel proprio gruppo sono state due grandi sorprese.
E allora si comincia domani pomeriggio con una spettacolare Francia-Argentina e un'interessantissima Portogallo-Uruguay. In questa sede non mi sento di fare pronostici, ma solo di dire che se Cristiano Ronaldo e, soprattutto, Messi vogliono davvero vincere una coppa del mondo nella loro carriera è arrivato il momento di dimostrarlo e di trascinare le loro squadre alla finale passando dalla parte più dura del tabellone. Poi domenica pomeriggio toccherà alla Spagna misurarsi contro i padroni di casa russi e in serata una Croazia-Danimarca dall'esito abbastanza prevedibile: saranno le mie ultime parole famose ma, occhio ai croati in questo mondiale.
Dove vedrò tutte queste partite? Si comincia domani pomeriggio a casa del mio amico Juan che mi aspetta con una specie di maxischermo e con Felipe, un amico argentino che sarà divertente vedere soffrire e (spero alla fine esultare) contro i francesi. Poi ci sposteremo a casa mia per vedere come reagirà Cristiano alla prestazione di qualche ora prima di Messi e per essere già nel centro di Santa Cruz. Al termine della seconda partita, che secondo me può tranquillamente prolungarsi fino ai supplementari o ai rigori, andremo, infatti, a fare un salto al centro storico di Santa Cruz per assistere al concerto Santa Blues. È uno di quegli appuntamenti imperdibili che sanciscono l'inizio dell'estate chicharrera.
Domenica pomeriggio si ritorna a La Laguna per sostenere la Spagna sempre in casa di Juan e con alcuni amici. Credo che la Spagna vincerà la partita senza soffrire troppo per poi essere eliminata dai croati nei quarti di finale. Non so se ve lo avevo detto ma, occhio alla Croazia! ;) Le altre partite degli ottavi di finale sono, a mio parere, meno interessanti e si giocheranno tra lunedì e martedì. Sembra quasi che gli organizzatori e gli dei del calcio abbiano voluto regalare un gran bel fine settimana agli appassionati di questo sport bello ed imprevedibile. Anzi, bello proprio perché imprevedibile.
Mi sono appena reso conto di aver già quasi scritto una pagina del blog e di non avervi ancora raccontato che cosa ho fatto nel mese di giugno. Scusate, ma ormai dovreste conoscermi e pertanto sapere perfettamente che quando comincio a parlare di calcio mi riesce difficile contenermi. E allora per rispettare le "regole" del blog e per fare un omaggio a mia madre possiamo parlare un po' del mio compleanno.
Quest'anno il quattro giugno è caduto di lunedì e ciò mi ha obbligato a iniziare i festeggiamenti dal fine settimana precedente e concretamente da sabato due e domenica tre durante i quali mi sono concesso un weekend al Médano con tanto di cena, spiaggia e relax. Domenica sera e lunedì (che mi sono preso libero) mi sono goduto un po' Santa Cruz e soprattutto un pranzetto nel mio ristorante indiano preferito e un bel bagno nelle piscine naturali di Bajamar. Non soddisfatto ho continuato a festeggiare il giorno dopo in compagnia di alcuni amici con cui non avevo ancora condiviso i miei recentissimi trentasei anni in un'ottima birreria de La Laguna. Lo potremmo definire quindi un compleanno gastronomico e itinerante.
Ma non solo.
Perché è stato anche l'inizio di una gran bella settimana di quasi vacanza. Avevo, infatti, poco lavoro prima di tre settimane molto più impegnative e allora ho fatto alcune cosette davvero interessanti. Per esempio, la classica partita a calcetto con alcuni amici canari e un po' di vita culturale perché non si vive solo di calcio. Venerdì otto giugno ho partecipato alla mia prima "tertulia literaria".
Sono, infatti, stato invitato ad una cena nella quale un gruppo di amici si riuniscono una volta al mese da anni per parlare del libro che hanno deciso di leggere negli ultimi trenta giorni. Mi hanno invitato perché il libro in questione era Novecento di Alessandro Baricco che saluto perché so che mi legge tutti i mesi... non è vero! Scherzi a parte, bel libro che consiglio a tutti e da cui hanno tratto un ottimo film, La leggenda del pianista sull'oceano.
Per continuare con il tema letterario e anche per sdebitarmi con la persona che mi ha invitato a quest'interessantissima conversazione, il giorno dopo l'ho invitata a vedere la rappresentazione teatrale di Bodas de Sangre di Federico García Lorca presso il Teatro Guimerá di Santa Cruz. Magnifica opera e magistrale e creativa esecuzione.
Dopo l'opera siamo in un certo senso rimasti in Andalucia grazie ad una squisita esperienza gastronomica presso un piccolissimo e quasi nascosto ristorantino a centocinquanta secondi da casa sul quale per il momento preferisco mantenere il massimo segreto ;) Vi dico solo che è un pochino caro, ma che si mangia da Dio e che il locale è minuscolo ma curato in tutti i dettagli.
E visto che non si vive solo di calcio o di cibo e neanche solo di letteratura, il giorno dopo sono andato dall'altra parte dell'isola per assistere alla festa italiana che tutti gli anni organizzano ai primi di giugno il console italiano a Tenerife e il sindaco di Adeje, piccolo paesino del sud dell'isola. Si è trattato come sempre di una buona occasione per incontrare qualche studente e di comprare un pochino di caffé e qualche altro prodotto tipico.
E arriviamo così a giovedì quattordici giugno e all'inizio dei mondiali di calcio con la schiacciante vittoria della Russia ai danni dell'Arabia Saudita. Il giorno dopo, invece, ci siamo riuniti a casa di alcuni amici per vedere la prima partita della Spagna, il cui risultato finale è stato un pareggio contro un Cristiano Ronaldo che ha praticamente giocato la partita da solo.
Come avrete capito in questi giorni il mio calendario, lavoro permettendo, ruota intorno alle partite dei mondiali. Per il resto continuo a seguire Breaking Bad e mi sono anche appassionato ad una nuova serie che consiglio a tutti: The Handmaid's Tale, della quale ho già visto quattro episodi.
Anche se devo dire che in questi giorni la realtà supera la fantasia e basta guardare il telegiornale per rendersene conto. Non so se sia Trump a prendere spunto dall'Europa o se siamo noi del vecchio continente ad esserci ispirati alla politica estera e migratoria del pagliaccio americano. In qualsiasi caso, in Europa tira una brutta aria e speriamo che le cose cambino un po' perché altrimenti il futuro è nero. Qui in Spagna il cambio di governo ha portato una ventata d'aria fresca e qualche cambio significativo ma credo sia ancora presto per valutare la situazione anche perché in estate il cittadino medio si interessa molto meno di politica e, inoltre, negli ultimi venti giorni si è parlato molto di più di Zidane, Lopetegui, Hierro e De Gea che di Pedro Sánchez, Rajoy e della questione catalana.
Purtroppo, non ho molto altro da raccontarvi, ma prometto di risarcirvi tra una trentina di giorni anche perché nel mese di luglio si prevedono due fine settimana fuori: mi aspettano due delle altre meravigliose isolette dell'arcipelago!
E poi probabilmente nel prossimo blog vi anticiperò qualcosina sul viaggio che ho già organizzato per agosto.
Per il momento un abbraccio e buon mondiale a tutti!!!
Nico
Viaje por Italia por A. de Azcarraga (18)
Capitulo XII: "La autostrada del Sole". Paso por Nápoles. Sobre los aqruitectos e Ingenieros. La "esterofilia". Pompeya, la ciudad desenterradada. El arte de vivir.
Salimos de Roma en el coche de mis nuevos amigos; un coche deportivo de un solo pero amplio y comodo asiento...
... John iba al volante; su mujer le pasaba de vez en cuando los cigarrillos encendidos.
--Rodamos por la via Appia – dijo John--. Este primer tramo está asentado sobre la célebre calzada romana.
--¡Cuánto duran las cosas! – exclamo Harriet.
Un castizo hubiera comentado: "Eso es según" porque ha habido cosas y bien imponentes – el Coloso de Rodas, el Imperio de Gengis Kan y tantas otras – de las que no queda ni rastro. De los romanos, lo único que perdura vigente es su derecho y las calzadas. El derecho – un derecho duro, para ricos propietarios—empieza ya, afortunadamente, a averiarse; las calzadas, por el contrario, fueron todas muy ampliadas y mejoradas.
John manifestada gran admiración por el Imperio Romano, admiración a la que sospecho contribuía su condición de inglés y el haber sido oficial de ingenieros en la última guerra.
---Acepto su opinión—me decía-- de que los romanos fueran poco artistas. Pero como constructores y como organizadores militares fueron extraordinarios. Sus ingenieros edificaron puentes de los que aún quedan muchos en servicio, y tejieron una red de calzadas que envolvía por completo el Mediterráneo y se extendía aún más allá: en Londres la encrucijada de Marble Arch, donde actúan los oradores, era el lugar de encuentro de dos vías romanas. Y en las legiones supieron mantener un espíritu y una disciplina admirables. El ejército y las calzadas crearon y sostuvieron el Imperio; cuando el ejército decayó y las calzadas se estropearon, todo se vino abajo.
Rodando sin parar, habíamos visto y perdido de vista Cinecitta, Castel Gandolfo, las viñas de Frascati...
Corríamos por la moderna Autostrada del Sole, doscientos kilómetros de cuidada autopista que une Roma a Nápoles. Los taludes que a trechos la bordean estaban recubiertos con tela metálica; la pista ofrecía tres bandas en cada dirección, separadas por una faja central plantada de flores. Trabajando sobre este jardincillo , veíamos de vez en cuando equipos de muchachas, todas uniformadas con pantalones y blusas de color naranja fluorescente para hacerse mas visibles a los vehículos.
La auto pista tiene algunas salidas y escasísimas entradas. Los caminos secundarios que la cruzan, al llegar a ella, se encabritan para convertirse en puentes, bajo los cuales nos deslizábamos. Tales características y la posibilidad de adelantamientos en curvas y rasantes, permiten alcanzar allí una media horaria muy alta. John, además, pisaba bien el acelerador. Cruzamos ante Montecassino, la famosa abadía en cuya reconstrucción han colaborado todos los que allí lucharon como enemigos.
---Que barbaros son los hombres – dijo Harriet --. ¿No hubiera sido mejor ponerse de acuerdo para no destruirla?
---Y las mujeres, que limitadas---dijo John sonriendo ---. No tenéis sentido histórico.
--Y los ingleses que mables—retruco ella--. Debías hacer un viaje por España para aprender cortesía de los españoles.
--Mi mujer dice siempre—me aclaro John—que los españoles son los hombres más amables y educados del mundo. Yo no conozco España...
¿Los más educados? –dije yo--. Es muy grato este juicio. Pero no sé; no estoy nada seguro. Tal vez sea así con las extranjeras.
Luego de bordear unas huertas pasamos ante Capua y nos detuvimos a desayunar en una deslumbrante cafetería atendida por una docena de lindas jovencitas. John paseo sobre ellas una larga mirada y después declaro:
---Ahora comprendo las delicias de Capua...
Al subir de nuevo al auto cogió el volante Harriet. Si su marido corría, ella volaba.
--¿No vanos demasiado aprisa?—sugerí al observar que el cuentakilómetros marcaba ciento treinta.
--En estas carreteras ir a ciento treinta es como ir a sesenta en las de España –me dijo sonriendo.
--Le aconsejo resignación –murmuro John--. La prudencia y la mujer son entidades heterogéneas. Y la mía, además, tiene sangre de vikingo.
Habíamos salido de Roma a las ocho y llegábamos sobre las diez a Nápoles. John volvió a tomar el volante y dimos una vuelta por la ciudad sin bajar del coche más que para beber una cerveza. Había que llegar a Pompeya a la hora de comer y visitar después las excavaciones; y antes quería Harriet detenerse en Torre del Greco para comprar unos corales.
El puerto de Nápoles, muy activo, mostraba todavía señales de los bombardeos, que debieron ser intensos a juzgar por las muchas construcciones nuevas. Estas casas modernas como la mayoría que se hacen en España, eran de una aplastante vulgaridad. Me refiero a las fachadas, que es lo visible. En su interior las casas modernas suelen tener una distribución más racional que las antiguas; y al menos dos habitaciones, la cocina, el cuarto de baño, casi siempre están bien. Nuestra época es, técnicamente, superior a las pasadas y todo lo que se relacione con la técnica, culinaria o higiénica, tiene grandes probabilidades de ser mejor.
Pero, en lo que a estética se refiere, es otro cantar. En este punto nuestra época es decididamente ramplona, y su manifestación más palmaria son las fachadas de las casas.
(...) Lo gracioso es que casi todos los grandes arquitectos del Renacimiento, a los que, de vivir hoy, los nuestros les habrían perseguido por intrusismo, no se habían preparado especialmente para tal profesión. Bramante, Rafael, Peruzzi, se juzgaban pintores; Leonardo, ingeniero; Miguel Angel, escultor; Brunelleschi empezó también como escultor... No sé lo que hubieran hecho hoy; lo que si se es que los arquitectos modernos nos están estropeando las ciudades. Y en España, ahora, hasta las playas. Los rascacielos de apartamentos que surgen como hongos con el florecimiento del turismo, acabaran por destruir la estética de nuestro litoral.
(...) Salvo en las vías importantes, en todas las calles había ropa tendida: en las ventanas enrejadas, en los balcones, en cuerdas que cruzaban la calzada. Prendas externas e interiores, blancas y de color, adquirían extraña humanidad al hincharse y balancearse sobre los transeúntes. Muchos balcones exhibían también unos meloncitos amarillos, dispuestos en guirnaldas, que recordaban las orlas cerámicas de Della Robbia.
Aquel empavesado de las calles y la exuberante vivacidad napolitana daban a la ciudad un aire de verbena, de fiesta mayor. Estábamos en la región del dolce far niente, del bel canto y del ballo –la Andalucia de Italia. Aunque del dolce far niente de esta regiones mediterráneas haya mucho que hablar, sobre todo ahora en que tantos anglosajones y germanos concluyen su tarea semanal al mediodía del viernes.
(...) Al fin salimos por el otro extremo de la ciudad y entonces musitó John:
--Ya podemos morirnos.
--¿Cómo?
--Que ya podemos morirnos. Vedere Napoli e poi morire...
--No, no –protesto Harriet--. Cruzar una ciudad en auto no es verla.
Era cierto; y yo sentí pena de no quedarme a curiosear un poco por allí. Me ocurre siempre que cruzo de este modo una ciudad; y en aquella ocasión tenía más motivo. Nápoles se halla muy ligada a nuestra historia y siempre fue muy bienamada de los españoles. Tirso de Molina decía en su Burlador:
Nápoles, tan excelente,
por Sevilla solamente
se puede, amigo, dejar.
Y Cervantes, cuyo acusado italianismo en vida y obras está por estudiar, aseguraba que era a la mejor ciudad de Europa y aun del mundo.
Íbamos ahora por la primera autopista que se trazó en Italia, la que va de Nápoles a Salerno, menos ancha que la del Sol. A nuestra izquierda se elevaba majestuoso el Vesubio (...). Poco tiempo después llegábamos a Torre del Greco, una ciudad acreditada de antiguo en la manipulación del coral.
(...) Seguimos ruta hacia Pompeya. A nuestra derecha se extendía el Golfo de Nápoles, de un limpio azul turquesa, y ya eran perfectamente visibles la península de Sorrento y la isla de Capri.
Entramos en Pompeya al mediodía y almorzamos en un hotel grande, rebosante de turistas llegados en autocar. Los camareros plantaban en cada mesa la bandera del país de los comensales. Para la nuestra hubo banderas británica y sueca; pero, pese a que Harriet la reclamo, no pudieron colocar la de España. No la había; lo que me pareció indicio evidente de la escasa afluencia de españoles en aquellos lugares.
Pero la ausencia de nuestra bandera no impidió los repetidos brindis de mis amigos por España con Lacrima Christi, el vino de las vides del pie del Vesubio, a los que correspondí elevando mi copa por Suecia e Inglaterra. En las pausas hablábamos de Pompeya; John era aficionado a la historia antigua.
La ciudad de Pompeya, al ser sometida a Roma, aumento en lujo y prosperidad y se puso de moda entre los romanos. Salustio vivió en ella; Cicerón escribió aquí varios de sus libros. En el año 63 de nuestra era, un terremoto derrumbo un buen número de edificios. Pero como la fuerza expansiva de los gases no llegó a romper la corteza del Vesubio, nadie asoció el fenómeno a este monte, de cuyo volcán –que tuvo ya actividad en la prehistoria—no se tenía la menor noticia.
El Vesubio, cubierto entonces de bosques y viñedos, parecía un vecino de confianza. Y la gente, siempre aficionada a lo maravilloso, atribuyo el fenómeno a luchas de gigantes subterráneos. Era una explicación sobrenatural y grotesca, de las que tranquilizan a la gente.
Años mas tarde, en el verano del 79, se produjo un segundo y moderado temblor. Los gigantes despertaban de nuevo, y miles de personas –eterna falacia del testimonio humano—aseguraron haberlos visto sobre la montaña y en el mar. Este leve temblor y el sordo ruido cesaron pronto, y renació la tranquilidad. Solo los perros continuaron inquietos y aullando.
La catástrofe sobrevino cuatro días después, en una mañana de magnifico sol.
Tras un horrible estampido, el Vesubio empezó a arrojar fuego y el cielo agua. También caían cenizas y piedras –lapilli—con tal densidad que ocultaron el sol.
(...) En Pompeya, no amenazada oír la lava, la gente solo trato de resguardarse bajo techado de la lluvia de cenizas y lapilli que creyeron sería transitoria; y eso fue lo que les perdió.
(...sigue)
La Laguna (68) di N.Cataldo
Ciao a tutti e buon mese di giugno!
Ve lo auguro, e di cuore, perché vi scrivo nel primo pomeriggio dell'ultimo giorno di un maggio che è stato davvero duro dal punto di vista lavorativo e che, in un certo senso, è finito avantieri. Si può dire, infatti, che fino al 29 del mese sono stato oberato dal lavoro e che, proprio per questo motivo mi sono stragoduto la giornata libera di ieri. Anche perché coincideva con el Día de Canarias. Cominciamo, quindi, questo blog dalla fine del mese.
Si può dire che la mia personalissima festa delle Canarie è cominciata martedì sera e in un modo poco autoctono. Dopo l'ultima lezione, sono, infatti, andato a cenare in quello che è forse il miglior ristorante italiano de La Laguna, Campo dei Fiori. Era un sacco di tempo che volevo andarci e finalmente ho trovato il tempo e l'occasione giusta per provarlo. In più con la tranquillità di sapere che in un certo senso potesse fare parte del lavoro visto che mi permette di migliorare la mia risposta ad una delle classiche domande dei miei studenti: "Puoi consigliarci un buon ristorante italiano sull'isola?" Devo dire che abbiamo mangiato davvero bene in un bel locale e con il tutto innaffiato da una buona bottiglia di Montepulciano d'Abruzzo.
Per "rimediare" e ritornare su temi e terreni più consoni alla giornata delle Canarie il giorno dopo ho passato tutta la giornata a Santa Cruz dove ho potuto continuare a nutrire il corpo e l'anima. Prima di pranzo, ho fatto un giretto per il Parco García Sanabria che ospitava la Fiera del Libro.
E poi, dopo aver lasciato un paio di libri a casa, ho camminato per altri cinque minuti verso la Calle de la Noria, dove si poteva godere di una degustazione di vini e piatti tipici canari. Potete facilmente immaginare, che tra una papa arrugada e l'altra è volato anche qualche bicchierino di vino locale e quindi si è resa necessaria un'altra sosta (o meglio siesta;) a casa. Il risveglio dal pisolino è stato molto tranquillo e accompagnato dai primi due episodi della nuova serie alla quale ho deciso di appassionarmi: Breaking Bad. Non perderò tempo parlandovene perché sicuramente molti di voi l'hanno già vista ed, anzi, vi prego di non farmi spoiler. Per chiudere in bellezza la giornata, in serata una bella partita a calcetto con amici canari e con vittoria della mia squadra per sette a sei.
Prima di passare dal calcio attivo a quello passivo, però, mi piacerebbe riprendere il tema serie per consigliarvi calorosamente "La Casa de Papel". Si tratta di una produzione spagnola di grande livello che sta avendo moltissimo successo anche nel resto d'Europa, soprattutto in Francia e che in Italia si chiama La Casa di Carta. Potrei parlarne per qualche pagina, ma in questo caso sono io che mi censuro per non farvi spoiler;) e anche perché, come dicevo prima, è arrivato il momento per parlare della tredicesima Coppa dei Campioni, e terza Champion's League consecutiva, del Real Madrid.
Che dirvi che non sia già stato detto sulla finale e su una squadra leggendaria? Che ho visto la partita a casa con Giovanni e Gonzalo e che alla fine della partita abbiamo brindato, a modo di provocazione, con cava catalano alla salute del mitico portiere del Liverpool... dopo aver bevuto un bel po' di birra durante la partita per controllare la tensione. Potete ben immaginare l'hangover del giorno dopo e quanto sia stato difficile passare praticamente quasi tutta l'ultima domenica di maggio a correggere esami che avrei consegnato tra lunedì e martedì. Casa mia e la compagnia di Giovanni e Gonzalo, altri due madridisti DOC, aveva già portato fortuna in occasione del soffertissimo pareggio nel ritorno della semifinale contro il Bayern Monaco.
Mentre vi scrivo, mi arriva un messaggio di whatsapp proprio da Giovanni che mi avvisa delle dimissioni di Zidane. Una grande sorpresa, ma anche, secondo me, una grande scelta da parte di un allenatore che ha deciso di lasciare il club della sua vita all'apice del successo. Ora staremo a vedere chi sarà il sostituto e se i vari Cristiano Ronaldo e Bale, cambieranno aria o no. E soprattutto ora viene il meglio della stagione con i mondiali ai quali mi toccherà tifare per la Spagna, visto che la nazionale italiana quest'anno ha preso le vacanze anticipate.
Per quanto riguarda lo sport attivo, a parte qualche partitella a calcetto, ho partecipato a due corse. L'ultima in ordine cronologico è stata la 10 km Binter Night Run di sabato 19 maggio a Santa Cruz nella quale ho stabilito il mio nuovo record su quella distanza: 49:44. Un record che proverò ad abbassare ulteriormente in un'altra 10 km che si terrà a Puerto de la Cruz tra circa due settimane anche perché l'inizio di giugno si prevede un pochino più tranquillo a livello lavorativo e quindi avrò più tempo per allenarmi.
Nel blog precedente vi avevo parlato di una mezza maratona a La Laguna alla quale avrei partecipato l'ultima domenica di aprile.
Anche in quel caso ho portato a termine la gara con un buon tempo 1:54:27 che non è il mio record personale, ma che è più che accettabile considerato il poco tempo che ho dedicato alla preparazione dei 21km. In generale, comunque, sensazioni molto positive anche perché dopo la gara sono andato ad una bella festa in una casa rurale a La Laguna per festeggiare un'amica neo-dottoranda. C'era una bella piscina, un campo di paddle, buon vino e soprattutto alla griglia il fidanzato della neo-dottoranda con passaporto argentino e quindi potete immaginare la mangiata di carne che mi sono concesso.
Per il resto poco altro. Molto lavoro direi e molta voglia di vacanze che si avvicinano. E, infine, un occhio alla situazione politica in Italia e in Spagna. I due paesi stanno vivendo situazioni molto simili con due governi in forse. Se in Spagna proprio oggi si sta discutendo una mozione di censura al governo Rajoy del corrotto Partido Popular, in Italia, invece, il governo non si è ancora formato e sono in corso trattative tra Di Maio, Salvini e il Presidente della Repubblica Mattarella che ha deciso di assumere una quota di protagonismo per lo meno anomala. Infatti, al margine dalle opinioni politiche che si possano avere, personalmente non ricordo un caso simile a quello di questi ultimi giorni.
Come nel caso di Zidane, Ronaldo e Bale, staremo a vedere che succede con Rajoy, Mattarella, etc... però, se devo dirvi la verità in questi casi preferisco più vedere l'esito finale di queste vicende che il loro sviluppo. Anche perché credo che sia arrivato il momento di concedersi soprattutto un bel fine settimana di relax e spiaggia. Prima, però, mi tocca lavorare domani e anche oggi pomeriggio e proprio per questo motivo ora vi lascio e vi rimando alla fine del prossimo mese.
Un abbraccio
Nico