Ci Penso Io...!
COLABORAMOS
SITIOS AMIGOS
NOS APOYAN
Counter
Month1005
All331866
Login
Cerca
Il cervello si rigenera anche negli adulti...
Un interessante pubblicazione, stavolta de la UniPi che vi presenteremmo in Versione Spagnola:
"Il cervello si rigenera anche negli adulti: antidepressivi (ma pure sonno e attività fisica) aiutano il fenomeno"
L'Ateneo partner della ricerca pubblicata su Current Neuropharmacology Vol. 18,2020.
"La formazione di nuovi neuroni in alcune aree cerebrali come l'ippocampo avviene anche in età
adulta e alcuni farmaci come gli antidepressivi, ma anche l'attività fisica e il sonno, stimolano il
fenomeno.
E' questo quanto emerge da uno studio dei ricercatori delle Università di Pisa, L'Aquila,
Glasgow e dell'IRCCS Neuromed di Pozzilli pubblicato sulla rivista Current
Neuropharmacology Vol. 18, 2020.
Lo studio apre così a nuove prospettive per curare alcune patologie psichiatriche, come ad
esempio la depressione, mettendo insieme terapie farmacologiche e non.
La funzione di questo processo, noto come "neurogenesi" – spiega Marco Scarselli professore di Farmacologia
dell'Ateneo pisano - sembra importante per la flessibilità cognitiva, la regolazione emotiva e la resilienza allo stress. Alcuni
farmaci, come gli antidepressivi stimolano questo processo e questo meccanismo è in buona parte responsabile della loro
efficacia clinica. Tuttavia, anche approcci alternativi non farmacologici come l'attività fisica ed il sonno ristoratore, inducono
la neurogenesi, con importanti conseguenze nella pratica clinica".
All'Università di Pisa la ricerca è stata condotta al Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle
Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia da un gruppo composto da Marco Scarselli,
Marco Carli, Stefano Aringhieri, Biancamaria Longoni, Giovanna Grenno e Francesco
Fornai.
(Fonte: UniPi News; Current Neuropharmacology Volume 18, 12 Issues, 2020. ISSN: 1875-6190 (Online) e ISSN: 1570-159X (Print) )
Dimmi chi conosci... per la SNS
Vi offriamo una delle notizie della Normale News, e tra poco la Versione Spagnola
"Dimmi chi conosci e ti dirò quale argomento fa per te: così gli scienziati scelgono i temi delle loro ricerche"
Un gruppo di ricercatori di Normale, Sant'Anna, Università di Bologna e Pennsylvania State
University ha analizzato le pubblicazioni di un campione di fisici lungo 30 anni, svelando i criteri
che guidano lo sviluppo e la diversificazione delle linee di ricerca. Lo studio, che vede come primo
autore uno studente del dottorato in Data Science, promosso da Normale, Università di Pisa,
Sant'Anna, Scuola IMT Alti Studi Lucca e CNR, su Scientific Reports.
Link allo studio: https://www.nature.com/articles/s41598-020-71009-7
ROMA, 1 settembre. Produrre nuova conoscenza diventa sempre più complesso.
Con quale criterio dunque gli scienziati scelgono i temi sui quali concentrarsi? Un team di ricercatori della Scuola Normale
Superiore, della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, dell'Università di Bologna e della Pennsylvania State
University ha risposto a questa domanda analizzando le pubblicazioni scientifiche di un vasto campione di fisici lungo un
orizzonte temporale di più di trent'anni, tra il 1977 e il 2009.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports e suggeriscono che le scienze
moderne sono profondamente legate alle connessioni sociali. Quando gli scienziati si allontanano dalla loro specializzazione principale, lo fanno sfruttando collaborazioni. I fattori che guidano scoperte scientifiche e tecnologiche sono molteplici, ma le scelte degli scienziati sono di certo influenzate da due meccanismi generali: una "tensione essenziale", già proposta da Thomas Kuhn negli anni '70, che caratterizza il trade-off tra exploration ed exploitation, e il crescente "onere della conoscenza" che spinge i singoli ricercatori a optare per specializzazioni di nicchia e a lavorare in team, per tenere il passo con un sempre più veloce sviluppo scientifico.
L'obiettivo dello studio è stato dunque identificare e quantificare i diversi fattori che incidono sulle scelte individuali delle
linee di ricerca e, in particolare, il ruolo della similarità tra gli argomenti e delle connessioni sociali tra i ricercatori.
"Sfruttando strumenti innovativi di network e data science, abbiamo costruito una misura di similarità tra argomenti e una misura di prossimità sociale per poter testare se, e come, questi fattori influenzano le strategie di diversificazione degli scienziati.
Entrambe le variabili giocano un ruolo significativo, ma le interazioni sociali emergono come
principale mezzo di scambio ed acquisizione di nuova conoscenza", come afferma Giorgio Tripodi,
primo autore dello studio e dottorando in Data Science, programma congiunto promosso da
Scuola Normale Superiore, Università di Pisa, Scuola Superiore Sant'Anna, Scuola IMT
Alti Studi Lucca e CNR.
"I dati ci mostrano anche in maniera evidente – continua Giorgio Tripodi - come le collaborazioni modulino il trasferimento di conoscenza; tanto più ci si allontana dalla propria specializzazione tanto più rilevanti diventano le interazioni con gli altri scienziati".
"Tracciando le pubblicazioni scientifiche di circa 200.000 fisici, attivi in 9 campi e 68 sottocampi di ricerca, notiamo che le
strategie di diversificazione sono caratterizzate da tratti comuni.
Abbiamo usato diverse tecniche statistiche per valutare e per quantificare gli effetti della similarità
tra gli argomenti di ricerca e della prossimità sociale, controllando che tali stime non siano
influenzate da altre variabili potenzialmente significative", aggiunge Francesca Chiaromonte,
autrice dello studio e docente di Statistica alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e alla
Pennsylvania State University, coordinatrice scientifica del Dipartimento di Eccellenza EMbeDS
(Economics and Management in the era of Data Science) alla Scuola Superiore Sant'Anna.
"Gli sviluppi recenti nelle scienze e nelle tecnologie dipendono in modo fondamentale da progetti di natura collaborativa.
I dati a nostra disposizione mostrano che le interazioni tra scienziati, e dunque la nostra misura di prossimità sociale,
spiegano circa il 30 per cento delle strategie di diversificazione degli scienziati, mentre la prossimità tra campi di ricerca,
quindi la scelta di investigare un campo 'vicino' a uno conosciuto, spiega solo il 10 per cento", chiarisce Fabrizio Lillo,
autore dello studio e docente di Metodi matematici per l'Economia e la Finanza all'Università di Bologna e alla
Scuola Normale Superiore.
In termini di implicazioni operative, lo studio sottolinea l'importanza di facilitare le interazioni tra
scienziati con differenti specializzazioni, che possono avere un ruolo cruciale per lo sviluppo di
linee di ricerca innovative. Conoscenze e capacità individuali restano imprescindibili ma lavorare
in team, in particolare con esperti in campi diversi dal proprio, risulta oggi fondamentale.
"In qualche modo questo studio è una conferma delle sue stesse conclusioni – commenta Francesca Chiaromonte – e Giorgio Tripodi, primo autore dello studio, è uno degli studenti del primo ciclo del programma di dottorato in Data Science, coordinato da Dino Pedreschi, docente di Informatica all'Università di Pisa, nato nel 2017 appunto per favorire collaborazioni interdisciplinari tra Scuola Normale Superiore, Università di Pisa, Scuola Superiore Sant'Anna, Scuola IMT Alti Studi Lucca e CNR"
Il cordoglio dell’Università di Pisa per la morte di Philippe Daverio...
L'Università di Pisa si unisce al cordoglio del mondo della cultura per la scomparsa dello storico dell'arte Philippe Daverio.
Docente e saggista, ex assessore alla Cultura del Comune di Milano, Daverio se n'è andato questa notte all'istituto dei
Tumori di Milano dopo una lunga malattia.
71 anni, dotato di un'intelligenza rara e di un acuto spirito critico, ha guidato per 20 anni il pubblico
italiano alla scoperta delle meraviglie dell'arte e della cultura in programmi indimenticabili come
Art.tù o Passepartout.
Capace divulgatore della cultura e intellettuale sensibile e raffinato, negli ultimi anni Daverio è stato
più volte ospite dell'Università di Pisa. In particolare, lo scorso 23 novembre, aveva partecipato alla giornata dedicata
dall'Ateneo al genio di Leonardo Fibonacci, "L'uomo che ci ha regalato i numeri", tenendo una partecipatissima
conferenza nell'Aula Magna Nuova della Sapienza dal titolo "La storia pesante del numero leggero: da Fibonacci a
San Tommaso".
Nel 2017, invece, aveva visitato la Certosa di Calci, sede del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa, rimanendo
affascinato dalla bellezza del luogo. Inoltre aveva partecipato all'inaugurazione del murale RE NASCI realizzata dallo street
artist Gaia sulla parete della Saint Gobain, iniziativa patrocinata dall'Ateneo pisano.
"Con Daverio se ne va un uomo di rara umanità e grande sapere. – ha commentato il Rettore dell'
Università di Pisa, Paolo Mancarella -. Ci siamo conosciuti nell'estate del 2017 di fronte a un
magnifico murale realizzato per iniziativa dei nostri studenti nel quartiere più pisano di Pisa: Porta a
Mare.
Ricordo che mentre gli spiegavamo questo lui, come se parlasse a sé stesso, disse: "Perché poi Pisa, per via di Leonardo
Fibonacci, è la città dello zero".
Per questo, nel novembre scorso, lo invitammo a parlare nel nostro Ateneo in occasione della giornata dedicata dalla nostra
Università al grande matematico.
Accettò con il consueto entusiasmo e la serata fu di quelle che non si dimenticano: nonostante il
freddo e la pioggia, l'Aula Magna della Sapienza era stracolma di persone, che per oltre un'ora
ascoltarono ammirate e in religioso silenzio il brillante intervento di Daverio. Come non
dimenticheremo mai il contributo fondamentale che Daverio ha dato per la crescita culturale del nostro Paese. Sentiremo
molto la sua mancanza"
Philippe Daverio era nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia. Arrivato in Italia per gli
studi universitari, ha frequentato il corso di laurea in Economia e Commercio presso l'Università
Bocconi di Milano, dove hanno avuto inizio le sue molteplici attività legate all'arte. Si è sempre
definito uno storico dell'arte e in questa veste lo ha scoperto il pubblico televisivo, grazie alle
trasmissioni d'arte e cultura di cui è stato autore e protagonista.
Nella sua carriera ha svolto attività di docente presso atenei ed istituti di diverse città: è stato incaricato di un corso di Storia dell'arte presso lo IULM di Milano, laurea in Comunicazione e gestione dei mercati dell'arte e della cultura; ha svolto diversi corsi di Storia del design presso il Politecnico di Milano, e dal 2006 è professore ordinario di Disegno Industriale presso l'Università degli Studi di Palermo. Come gallerista ed editore ha pubblicato una cinquantina di titoli.
Diverse sono le sue pubblicazioni scientifiche, e numerose quelle divulgative.
Nel 2013 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Italiana il Cavalierato delle Arti e delle Lettere
e la Medaglia d'Oro di benemerenza del Ministro per i Beni Culturali; sempre nel 2013 è stato
insignito dal Presidente della Repubblica Francese della Légion d'Honneur; da settembre 2014 era
Direttore Artistico del Grande Museo del Duomo di Milano, e dal 2015 membro del Comitato
scientifico della Pinacoteca di Brera e Biblioteca nazionale Braidense.
NdR: Nos aunamos a la despedida a Philippe Daverio, a quien tuvimos ocasión de saludar al final de su conferencia en Santo Stefano; hablo español, dijo, muy amablemente. Lo recordaremos siempre...